L’approvazione della mozione elaborata dalla quarta commissione consiliare, ma che recepisce in larga parte gli spunti e le sollecitazioni presenti in una precedente mozione del Gruppo Fratelli d’Italia, con le integrazioni successive dei sindaci, conclude un iter lungo e travagliato dell’atto che era giunto in aula già due mesi fa.
Come Presidente del Gruppo di Fratelli d’Italia esprimo la soddisfazione mia personale e dei colleghi Marcheschi e Staccioli per questo successo perché abbiamo stimolato il dibattito e messo all’angolo i Sindaci costringendoli con la mozione, presentata in Regione da Fratelli d’Italia ed in Comune da Cecina Insieme, a prendere coraggio e ad arrivare al documento approvato oggi in aula. Documento regionale che, infatti, cita la nostra mozione.
Secondo Marroni gli attuali posti letto sono quelli che servono. Probabilmente non sa di cosa parla. La Legge 135 del 2012 cita 3,7 posti letto ogni mille abitanti (cifra restrittiva varata in un’ottica di risparmio). Tenuto conto dei circa 82.000 abitanti della Bassa Val di Cecina (la quale rappresenta il bacino d’utenza dell’Ospedale di Cecina), i posti letto del presidio cecinese dovrebbero essere oltre 300, quando invece se ne contano solo 135 circa, trovandoci dunque di fronte ad un contenimento praticamente doppio rispetto a quello già restrittivo indicato dalla Legge 135/2012.
Dopo che si è perso fin troppo tempo, occorre adesso un’ulteriore accelerazione da parte della Giunta regionale che non potrà più accampare scuse e ritardare ogni possibile iniziativa a favore dell’Ospedale di Cecina. Certo, se Marroni e la Giunta proseguiranno con questo approccio, il documento rischia di rimanere lettera morta e sarà servito solo ai Sindaci per scaricare le proprie responsabilità. Ma i cittadini di Cecina e del suo comprensorio stiano certi che continueremo a vigilare affinché sia garantito loro il pieno diritto alla tutela della salute, alla tempestività delle prestazioni ed alla loro umanizzazione, nonostante l’attuale clima fatto di tagli, ridimensionamenti, razionalizzazioni, che si riducono ad un vero e proprio ‘razionamento’ dei servizi, non più sostenibile .