Dai sindacati della Polizia penitenziaria netta presa di posizione a sostegno del sottosegretario alla Giustizia Delmastro dopo l’imputazione coatta
Chi meglio di chi lavora in un carcere può comprendere cosa vi accade? Ecco perché la presa di posizione della Polizia Penitenziaria sull’imputazione coatta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro sul caso dell’anarchico Alfredo Cospito assume un significato particolare. Non solo una semplice manifestazione di vicinanza, quella di Mimmo Nicotra, presidente della Confederazione Sindacati Penitenziari (CON.SI.PE.), e neanche un non scontato attestato di stima nei confronti del sottosegretario, ma una dichiarazione, che contiene in poche righe i tratti essenziali di questa paradossale vicenda. Vicenda che ha visto prima l’iscrizione di Delmastro nel registro degli indagati per rivelazione di segreto d’ufficio in relazione al caso Cospito, cui è seguita la richiesta di archiviazione da parte del Pubblico Ministero. Richiesta che però è stata respinta dal giudice per le indagini preliminari. Quindi: per l’accusa Delmastro non deve essere processato, per il giudice sì. Nel mezzo la richiesta di domiciliari per ragioni di salute presentata da Cospito e negata dai magistrati perché il quadro sanitario compromesso dell’anarchico sarebbe “conseguenza dell’esercizio del suo diritto all’autodeterminazione attraverso il rifiuto, con scelta programmata, volontaria e autonoma, della nutrizione, affiancato alla dichiarazione delle sue motivazioni” come la “contrarietà al regime speciale del 41 bis”. E proprio questo è uno dei passaggi della nota dei sindacati della Polizia Penitenziaria, che riconosce a Delmastro “ la determinazione con cui ha contrastato il tentativo di disinformazione, relativo allo sciopero della fame”. Quindi un riferimento al merito della questione: “quanto al contenuto delle informazioni che sarebbero alla base di una presunta rivelazione di segreto d’ufficio, restiamo davvero perplessi in quanto, nel caso di specie, risulterebbe trattarsi di informazioni amministrative, siglate dalla dirigenza amministrativa penitenziaria come di ‘limitata divulgazione’ e non già sottoposte a segreto di Stato, che riteniamo siano nelle disponibilità dei Parlamentari per consentire loro l’esercizio delle prerogative che la Costituzione riconosce ai rappresentati del Popolo”. Ma quel che ha maggior significato è che a Delmastro la Confederazione Sindacati Penitenziari riconosce di essere “un uomo delle istituzioni, come parlamentare che si batte per un sistema di giustizia sempre più equo, senza per questo sostenere sconti di pena per i più insidiosi nemici dello Stato, sottoposti al regime del 41bis”. Questa è la linea del governo: nessun dialogo con chi minaccia la sicurezza nazionale, nessuna scesa a patti con mafiosi e terroristi.