Stamattina mi sono recato ad Arezzo per protestare contro l’arrivo di cento profughi nel paese montano di Badia Prataglia (Ar), dove nel frattempo tutti i negozi e i pubblici esercizi sono rimasti chiusi. Commercianti e i residenti si sono ritrovati ad Arezzo per manifestare davanti alla Prefettura, contro la decisione di inviare un centinaio di immigrati a soggiornare presso l’hotel Belvedere, a spese dei contribuenti, in un paese che conta solo poche centinaia di anime: per i residenti e i commercianti della zona, l’arrivo di tanti immigrati ha il sapore di un’invasione insostenibile, che rischia di mettere tutti in ginocchio, anche perché il paese vive di turismo grazie alla serenità che può garantire la montagna. Così vengono sconvolti gli equilibri sociali ed economici: chi ha pensato di inviare queste persone in una realtà così piccola vive completamente fuori della realtà. Già la settimana scorsa mi ero recato a Badia Prataglia per raccogliere testimonianze presso la popolazione, insieme al responsabile provinciale del partito Federico Dini. Abbiamo visitato la zona, confrontandoci di persona con le realtà locali, parlando sia con la popolazione che con le forze dell’ordine.