Cerca
Close this search box.
Cerca
Close this search box.

Giorno del Ricordo, ricucire le Foibe e l’esodo

Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe

Palazzo Chigi si tinge di tricolore per onorare la memoria delle vittime delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata e fiumano

Palazzo Chigi tinto di tricolore, con sopra impresse due semplici parole: Io ricordo. Dove “io” non sta per una sola persona, ma per ognuno di noi, per l’intera comunità nazionale che oggi ricorda le migliaia di italiani gettati nelle foibe dai partigiani iugoslavi e le centinaia di migliaia che lasciarono le loro case e la loro terra – Istria, Fiume, la Dalmazia – perché terrorizzati dal dover vivere sotto il regime comunista iugoslavo. Terrore motivato proprio dalle violenze che i nostri connazionali subirono negli ultimi anni del secondo conflitto mondiale e nel primo dopoguerra. Uccisi o costretti all’esodo per la sola colpa di essere italiani. Una pagina strappata dai libri di storia, per decenni tenuta viva tra mille difficoltà e ostilità dai sopravvissuti alla tragedia, e ricucita grazie all’istituzione del Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata e fiumano.

Come ha scritto il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo messaggio per il Giorno del Ricordo, i nostri connazionali di Istria, Fiume e Dalmazia sono “italiani due volte”. Italiani erano e italiani scelsero di continuare ad esserlo quando, il 10 febbraio del 1947, gli accordi internazionali assegnarono quelle terre alla Iugoslavia comunista di Tito. Italiani due volte, e vittime due volte: vittime prima delle atroci violenze commesse dai titini, e vittime poi della congiura del silenzio nei confronti di questa dolorosa pagina di storia della nostra Nazione. Una cappa squarciata grazie all’impegno degli esuli, dei loro figli e degli eredi degli infoibati. Come anche del contributo della destra politica, che nei decenni ha cercato di tenere alta l’attenzione sul dramma vissuto dagli italiani sul confine orientale e promosso l’istituzione della solennità civile (primi firmatari Roberto Menia e Ignazio La Russa). Giorno del Ricordo voluto non solo per commemorare le vittime delle foibe e dell’esodo, ma anche per ricucire uno strappo nella comunità nazionale.

WhatsApp Image 2023 02 10 at 09.59.51

Purtroppo ogni anno, in coincidenza di questa importante ricorrenza, negazionisti e riduzionisti colgono l’occasione per minimizzare la portata delle violenze comuniste con le parole e con i fatti, come i vandalismi contro targhe e monumenti (qui uno degli ultimi episodi, nella foto un centro sociale a Firenze) che ricordano il dramma delle Foibe e dell’esodo o l’esposizione di bandiere della Iugoslavia titina. Un’offesa alla memoria delle vittime che testimonia quanto imbarazzante sia quella pagina di storia per certa sinistra e quanto sia fondamentale questa solennità civile, che vuol proseguire la battaglia di verità, riconciliare il paese e onorare le vittime di una tragedia per troppo tempo sepolta.