Discriminazioni, minacce, violenze, stragi: i cristiani nel mondo sono sotto attacco. Troppo spesso nel silenzio generale
L’uccisione di un sacerdote, arso vivo nella sua abitazione in Nigeria. E ancora, l’attentato contro una chiesa pentecostale in Congo che ha causato 11 vittime tra i fedeli. È il tragico resoconto di un giorno qualunque nei paesi in cui domina l’islamismo e in cui essere cristiani è una colpa da pagare con il sangue. Un giorno qualunque, perché nel 2022 sono stati uccisi in media più di 15 persone di fede cristiana ogni giorno. 5621 fedeli che hanno perso la vita in un anno, un dato che non si discosta da quello degli anni precedenti. E chi non paga con la vita, lo fa subendo discriminazioni, persecuzioni, rapimenti, violenze. Dei circa 2,5 miliardi di fedeli al mondo, circa 360 milioni – uno su sette – è ritenuto a rischio. Numeri inquietanti, riportati nella World Watch List, il rapporto annuale sulla persecuzione dei cristiani nel mondo redatto dall’organizzazione Porte aperte/Open Doors. Dati e storie che purtroppo non ricevono l’attenzione che meritano. Dai media così come da importanti organizzazioni internazionali, come le Nazioni Unite. Onu che al contrario pensa bene di istituire la Giornata internazionale per la lotta contro l’islamofobia. E dire che proprio l’islamizzazione forzata praticata in molti paesi africani e asiatici è causa di oltre il 90% delle uccisioni di chi è di fede cristiana.
Le cause delle violenze contro i cristiani
Integralismo islamico, nazionalismo religioso, oppressione tribale, ateismo di matrice comunista. Sono queste le principali matrici delle violenze subite ogni giorno dai cristiani nel mondo. Il rapporto individua i 50 paesi al mondo in cui è più pericoloso seguire gli insegnamenti evangelici: la prima e l’ultima posizione di questa triste classifica sono occupate dalla Corea del Nord e dal Nicaragua, nazioni che, assieme a Cuba (al 27° posto), sono caratterizzate da violenze di stampo comunista. Ma a dominare la graduatoria sono l’Africa, il Medio Oriente e del sud-est asiatico, aree accomunate da una dominante e oppressiva componente islamica. Paesi in cui quasi sempre il Maomettanesimo non è solo la religione più professata, ma anche la legge dello Stato. Legge che, nella sua interpretazione più estrema, non tollera altre religioni. Islamismo che è quindi origine dell’oppressione contro i cristiani. Un’oppressione che quando va bene si “limita” all’islamizzazione forzata, nella peggiore delle ipotesi si tramuta in violenze, uccisioni, stragi compiute dall’Isis, da Boko Aram o altri gruppi terroristici.
La minaccia dell’islamismo contro i cristiani e l’Occidente
Un fenomeno, quello dell’integralismo islamico, che minaccia non solo i cristiani in Africa e in Asia, ma anche l’Europa, come testimoniano gli attentati nel vecchio continente. Attacchi all’Occidente, alla sua cultura, alla sua civiltà e ai suoi valori di libertà, a cui non possiamo e non dobbiamo voltare le spalle. Così come non dobbiamo dimenticarci di chi non è libero di professare la sua fede. Fratelli d’Italia in questi anni ha tenuto alta l’attenzione sull’islamismo da cui spessissimo generano le violenze contro i cristiani nel mondo. Milioni di donne e uomini che non possono più attendere: è giunto il momento che ognuno faccia la sua parte per difenderli dalle violenze, di matrice islamica e non solo.